Erano gli anni Sessanta quando il minimalismo fece la sua comparsa tra la società e, in particolare, nel mondo dell’arte, dove il bianco e il nero, le forme essenziali e geometriche e spazi vuoti erano le caratteristiche principali, in netta contrapposizione agli stili precedenti. Quando il minimalismo si espanse, negli usi e consumi delle persone si crearono due filoni di pensiero ben distinti: i minimalisti e i massimalisti, due mondi opposti tra loro, spesso in contrasto.
Se da una parte i minimalisti affermano l’importanza dell’essenziale, del benessere dello spazio libero, dell’importanza di ridurre il superfluo e gli sprechi, dall’altra parte i massimalisti affermano la bellezza della pluralità delle forme e dei colori, dell’abbondanza e della tranquillità che gli spazi pieni rimandano all’occhio delle persone.
Vuoto/Pieno, Abbondanza/Essenzialità, Bianco e Nero/ Colori, sono solo alcuni concetti che portano via via le persone a una scelta, che non ammette compromessi!
In questo articolo desidero spostare l’attenzione su un’altra riflessione, che può offrire una nuova chiave di lettura degli spazi, della vita e di noi stessi: il concetto di Abbondanza e la Soglia di Abbastanza.
Se ci pensi bene, ciò che conta davvero è il nostro personale parametro di valutazione e la domanda più importante è: “Cos’è per me l’abbondanza?”.
In assenza di un’unità di misura (che non esiste) ciascuno di noi sviluppa una personale definizione e concezione di abbondanza, che dovrebbe essere indipendente dalle mode del momento. Questa personale concezione di abbondanza porta ognuno di noi a definire i propri criteri e parametri di valutazione, nonché i limiti, di ciò che appaga e fino a quanto. Questa prospettiva potrebbe spiegare il motivo per cui, anche se si fa un attento declutering, alcune persone riempiono di nuovo la propria casa con oggetti d’arredo o utensili: il loro concetto personale di abbondanza li porta a ripristinare lo status quo, che trasmette loro benessere e sicurezza. E lo stesso discorso vale per le persone che si sentono bene e sicure in ambienti liberi e minimalisti: per loro l’essenziale e lo spazio libero trasmettono abbondanza!
Strettamente correlato al concetto di “abbondanza” troviamo quello di “abbastanza”: in questo caso diventa importante domandarsi: “ Per me cosa vuol dire che ce n’è abbastanza?” “Quando penso di ritenermi soddisfatto e appagato per tutto ciò che ho?”.
Anche in questo caso i parametri di riferimento sono strettamente personali e, se si vuole abitare in una casa che ci trasmetta confort e tranquillità, bisogna lasciare fuori dalle proprie abitudini le mode e i trend del momento: il rischio è di oscillare tra massimalismo e minimalismo, sentendosi inadeguati e scomodi!
Soltanto ascoltando i nostri veri bisogni, la nostra creatività, le nostre abitudini possiamo creare i nostri parametri di valutazione di abbondanza e abbastanza, che, essendo nostri, possono essere rivisti e aggiornati in qualsiasi momento.
Maria Francesca Basile – Psicologa